“MigrArt Festival : l’arte come incontro”
Il 18 marzo: Trastolons, poesia in una lingua dichiaratamente «caraibica», percorso per definizione «scalembri», irregolare e incostante, friulano e disobbediente, babelico e visionario.
Presso il L. Hub Park di Lignano Sabbiadoro in Viale Europa di fronte alla sede della Polizia Municipale.
“A distanza di parecchi anni in cui Billie Holliday cantava Strange Fruit, continuo a sentire le parole più odiose ed ignobili nei confronti dei negri, dei diversi, delle donne, degli immigranti.
E vengono dette anche nella lingua che io parlo, che noi parliamo: il friulano.
Questa lingua che ha le ali per divenire altro, così come abbiamo voluto negli anni di usmis e poi con i trastolons.
Per dirla come Lussie di Uanis, mi vergogno di essere parte di questa gente.
Questa terra ha visto milioni di uomini e donne andarsene, morire, soffrire, gridare, bestemmiare, sperare, lavorare e rimettersi in cammino sempre sempre cantando.
Ora c’è troppo odio e troppa ignoranza, e questa terra non merita questa infamia.”
Un incontro di pensieri, parole, suoni, emozioni e visioni «cence leç» che si manifestano in una lingua dichiaratamente «caraibica». A vent’anni dall’inizio della loro esperienza poetica e letteraria senza etichette e senza legge, i Trastolons continuano il loro percorso per definizione «scalembri» ed obliquo, irregolare e incostante, friulano e disobbediente, babelico e visionario.
Il gruppo poetico che ha contribuito al rinnovamento della scrittura in friulano ed ha influito altresì sugli sviluppi di quella che ancora oggi viene definita «gnove musiche furlane».
Si tratta della quarta presentazione pubblica dei Cjants di acompagnament al tierç mileni (Canti di accompagnamento al terzo millennio), una performance letteraria-musicale con Stiefin Morat, Lussia di Uanis, Fabian Riz e Guido Carrara. Special guest Fabrizio Citossi alla chitarra e Franco Polentarutti al vento.
Sempre con noi, nel cammino libertario della parola fatta musica, Pauli Cantarut.
I Cjants sono sette e si propongono di «trapassare frontiere di muri parole e web con il dolore sulle labbra e l’abbraccio nelle stanze dell’ascolto».
Il collettivo di poeti e musicanti, pittori e disegnatori, postini e vendemmiatori, madri e padri, anarchici surrealisti e «rastafurlans de Basse», si ritrova – come in tante altre occasioni, dalle pubblicazioni Tons Trastolons (del 1998) e Tananai (del 2001) ai vari eventi pubblici di questi anni sino alle scorribande maggioline in riva ai fiumi del Mai Trastolon – per cantare la gioia e il dolore, la passione e la disperata speranza, la bellezza dell’incrocio delle voci e delle lingue che sono come «aghe tenare sul cuel».
A vent’anni dall’inizio del viaggio dei Trastolons e «nel pantano dell’ennesimo secolo violento» ci sono anche nuove urgenze: ricordare che da Aleppo a Kabul non c’è soltanto «savalon» (sabbia) e salutare ancora una volta il trastolon Raff BB Lazzara, scomparso improvvisamente lo scorso 12 giugno.
“MigrArt Festival : l’arte come incontro”
Dal 3 al 19 Marzo sul tema della migrazione e
dell’accoglienza attraverso l’approccio diretto ed egalitario dell’arte